Denunciare chi ha scaricato i redditi 2005? Impossibile.

Denunciare chi ha scaricato i redditi 2005? Impossibile.

di Alessandro Guerani

I “cacciatori” di E-mule stiano tranquilli. Non c’è nessun pericolo di incriminazione. Forse persino per l’Agenzia delle Entrate. Il garante della Privacy dovrà inchinarsi a una legge. Quella che lo istituisce.

Sarà divertente fra qualche settimana fare la conta di chi ha usato il recente polverone sulla pubblicazione dei dati dei redditi 2005 dei contribuenti italiani per accanirsi su un governo morente e provare a guadagnare qualche medaglietta agli occhi del nuovo potere, in quest’occasione perfettamente rappresentato dall’ex generale “mangia-triglie volanti” Speciale. Ad accanirsi in maniera particolare, in singolare collaborazione con la Procura di Roma, vi è stata in questi giorni Repubblica: prima delirando su arresti in massa degli utenti della rete che scaricavano gli elenchi da eMule, ieri con un più sobrio articolo a firma di Bonini che precognizza due palle di legno con sopra i nomi di Visco e del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Romano.

PERO’, PERO’ – Ma una veloce lettura della legge sulla tutela della privacy sembra contraddirlo. Infatti la legge in questione non include il dato del reddito di una persona fra quelle informazioni “sensibili” per cui è prevista una tutela quasi “assoluta”. Quindi, ad esempio, Stefano Ricucci, i cui alti lai di dolore erano registrati proprio ieri in una intervista sempre da Repubblica, ha una tutela da parte della legge sulla privacy sui suoi affari con la Anna Falchi (”vita sessuale”) e sul suo dimagrimento (”stato di salute”) ma non sul suo Modello Unico: così sentenzia infatti l’art.4 del d.lgs. 196/2003.

I DATI BISOGNA DARLI? – La diffusione del dato del reddito, invece, essendo un dato ordinario, può essere punibile solo se tale trattamento illecito viene compiuto “al fine di trarne per sè o per altri profitto o di recare ad altri un danno” (art.167). Siamo pertanto estremamente curiosi di conoscere come la Procura di Roma riuscirà a provare il profitto riveniente dalla conoscenza dei redditi degli italiani (del 2005, e quindi come dato anche abbastanza “obsoleti“) da parte di Visco, di Romano, degli addetti dell’Agenzia delle Entrate e di tutti gli utenti di eMule che li hanno scaricati, in quanto la diffusione è stata, e continua ad essere, completamente gratuita. Ad aggiungersi alla questione è una sentenza del Garante della Privacy nel 2003, Stefano Rodotà, che dichiarava che la pubblicazione dei dati dei redditi dei cittadini era legittima in quanto rispondente ad un interesse pubblico che aveva preminenza sulla privacy individuale. Su quella sentenza l’Agenzia delle Entrate ha motivato la sua decisione di pubblicare gli elenchi coi redditi tramite internet, cosa che aveva infatti già fatto appunto nel 2003, in forma cartacea, ma comunque accessibile a tutti, presso i Comuni.

PUNIBILITA’ DEL FATTO – In ultima istanza quindi l’unica speranza che ci sia un reato sarà quindi attendere una denuncia di parte da parte di qualcuno che però dovrà dimostrare il danno subito dalla divulgazione del suo reddito del 2005 (cioè di 3 anni fa). Dimostrazione che dovrà però essere sinceramente più credibile di quella urlata da Beppe Grillo con la sua migliore battuta umoristica dagli anni ‘80, quando ironizzò sui socialisti in Cina. Li vediamo proprio i mafiosi chiedere il pizzo ai negozianti di Palermo sulla base del 730 del 2005: “Scusi sa signor mafioso, ma io ho una detrazione per spese mediche di 3000 euro, mi deve abbassare il pizzo del 19%. Lo dice pure Grillo!” “Eh no sa, è una detrazione di imposta dalla finanziaria 2005, non di imponibile, l’assicurazione me la deve pagare uguale.”
Nell’attesa godiamoci lo spettacolo, utilissimo a distrarci dai problemi della “unitissima” nuova maggioranza nella formazione del nuovo governo e dal vuoto di idee (quelle veramente “ombra”, non le vede nessuno) del PD.

(vignetta di Ricucci da Generazioneblog)

link articolo originale : denunciare-chi-ha-scaricato-i-redditi-2005-impossibile

Redditi 2005 online con EMULE

Il peer to peer “ruba” i redditi on line : i dati fiscali sono rimasti in Rete

Malgrado lo stop, le dichiarazioni dei redditi pubblicate per alcune ore dal ministero rimarranno su internet: trovarli su e-Mule, o su altri siti, è facilissimo
DI ALESSANDRO LONGO

<B>Il peer to peer "ruba" i redditi on line<br>I dati fiscali sono rimasti in Rete</B>


ROMA – Internet si è già appropriata, probabilmente per sempre, dei dati dei redditi 2005 degli italiani: c’è chi di buonora, ieri, ha copiato i file (in formato testo) e li ha messi su reti peer to peer raggiungibili con il programma eMule. Tutti potranno scaricarli da lì. Altri li hanno messi su siti come Rapidshare e poi hanno pubblicato i link sui propri blog.

Adesso sarà molto difficile, se non impossibile, bloccare l’emorragia dei dati personali.

Trovarli su eMule è facilissimo: basta digitare il codice fiscale della città, per esempio H501 per Roma. Oppure “p-2005” per avere numerose città. Quelle principali si trovano sparse tra diversi file. Qualcuno ha però già cominciato a renderli più comodi da consultare, mettendo per esempio Roma in un file unico, in formato tabella. Si scopre così che il più ricco di Roma (almeno secondo il fisco) è Giancarlo Giglio, classe 1941, 13,556 milioni di euro di reddito imponibile. Poi, Massimiliano Zucchi (13,044 milioni). Francesco Totti è al terzo posto, con 10,085 milioni di euro. Ed è anche il più ricco tra quelli con meno di 40 anni. C’è un calciatore di 29 anni che dichiara 4,725 milioni: Jonathan Jacques Guy Zebina. Più di Antonio Cassano, 4,550 milioni. Difficile trovare un giovane ricco non calciatore, a Roma: a 1,6 milioni c’è Alessia Marcuzzi (35 anni), per dire. E anche questo è un po’ specchio dell’Italia.

La dice lunga questo rapido proliferare delle dichiarazioni dei redditi, sul peer to peer. Avviene – ricordiamolo – grazie a comuni utenti che scelgono di condividere i file, contribuendo così a diffondere i dati dei redditi propri e altrui.


Sembra insomma che molti utenti abbiano apprezzato la mossa dell’Agenzia delle Entrate (vedi sondaggio di Repubblica.it). A differenza di quanto avviene in altre platee, sono del resto tanti i blog che prendono le difese di Vincenzo Visco: “poche ore di trasparenza e civiltà, in un Paese di omertosi e mafiosi”, dice per esempio Doxaliber.it La tesi di alcuni è infatti che, con i redditi resi pubblici, sarebbe stato più facile combattere l’evasione.

Gli italiani che vivono nei Paesi scandinavi dicono che lì è normale, che in Finlandia basta un sms per conoscere il reddito del vicino. È nato anche un blog tutto dedicato al tema, Redditodelvicino.com: ci sono numerosi sondaggi e, su 385 votanti, il 60 per cento si dice d’accordo con l’Agenzia delle Entrate.

Beppe Grillo, com’è noto, ha usato invece il proprio blog per attaccare Visco e Padoa Schioppa, con un post dal titolo “La colonna infame”. Molti dei commentatori di quel post però ora cominciano a chiedersi come giudicare il fatto che l’idolo dei precari guadagni 4 milioni di euro l’anno. E che sia contrario, in questo caso, alla trasparenza della Rete.
(1 maggio 2008)

fonte : Repubblica.it 

***

che dire?!  personalmente non ho mai avuto nulla da nascondere… ^_^ e voi ?!

 

dimenticavo, i codici fiscali della città è il CODICE CATASTALE, li trovate tutti qui 

http://www.comuni-italiani.it/index.html 

 

altri link “utili” e/o inerenti :

http://redditodelvicino.blogspot.com [un interesante sondaggio]

diventare famoso in 3 mosse [interessante buzz marketing] 

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